Kaosmagazine 25 Febbraio 2016

Tradurre non è mai, di per sé, un compito semplice: per certi versi, si potrebbe perfino sostenere che sia più complicato dello scrivere, non fosse altro perché richiede di conoscere in maniera perfetta non una, ma due lingue, e saper soprattutto gestire le inevitabili differenze strutturali e lessicali che queste lingue hanno trasmettendo comunque un messaggio fedele alle intenzioni originali. Ma se questo è sempre vero, nella traduzione di una brochure aziendale come in quella di un romanzo in tre volumi, c’è un caso in cui le possibili complicazioni si fanno molto serie e potenzialmente dannose, e quindi l’esattezza richiesta nel lavoro di traduzione si innalza drasticamente: stiamo parlando della traduzione di contratti, arbitrati, e in generale di tutti i documenti aventi valore legale.

Le traduzioni legali sono rese necessarie in maniera crescente dalla sempre più diffusa internazionalizzazione, soprattutto nel campo del business, che fa sì che a doversi basare, ad esempio, su un identico contratto, siano aziende o persone residenti in Nazioni differenti, e che parlano lingue molto diverse. Com’è evidente, questo rende assolutamente essenziale il poter avere la certezza che, nella inevitabile traduzione del contratto da una lingua all’altra, nulla di ciò che lo caratterizza – e non parliamo solamente di terminologie specifiche, ma anche e soprattutto di sfumature di significato che sono fondamentali nella comprensione del contratto stesso ma non sempre semplici da decodificare e ricodificare in un’altra lingua – vada perduto o possa essere frainteso o, peggio, snaturato: ne andrebbe del buon andamento dell’accordo, possibilmente con effettive conseguenze legali per le parti coinvolte.

La traduzione legale si dimostra quindi un ambito operativo irto di difficoltà e rischi per il traduttore, Un buon lavoro richiederà infatti una serie di competenze:

  • la conoscenza impeccabile delle due lingue, quella di partenza e quella d’arrivo, che è comunque un tratto imprescindibile per qualsiasi traduzione;
  • la conoscenza dell’argomento trattato, che permette al traduttore di interpretare in maniera corretta le scelte lessicali ed espressive fatte nel contratto, così da non cadere in fraintendimenti riguardo alle intenzioni delle parti;
  • la conoscenza della terminologia legale, che è un linguaggio tecnico di estrema precisione, e che è essenziale per poter rendere in maniera inequivocabile – in entrambe le lingue – quali saranno esattamente diritti e obblighi delle parti in causa.