Kaosmagazine 19 Aprile 2016

Chi è in cerca di un lavoro, o comunque ha intenzione di candidarsi per essere assunto in un’azienda, non può limitarsi solo alla stesura di un curriculum: sono sempre di più, infatti, i datori di lavoro che richiedono anche una lettera di presentazione. Il vantaggio principale garantito da questa soluzione è che permette ai responsabili delle risorse umane di capire quel che un cv non lascia intuire: la capacità di una persona di presentarsi e di descriversi, ma anche le sue motivazioni e gli stimoli che la inducono a proporsi per un certo ruolo.

Sul piano prettamente formale, ci sono alcuni elementi che non possono mancare mai in una lettera di presentazione: non solo i dati del mittente, con l’indicazione del nome e del cognome, dell’indirizzo di posta elettronica e il numero di telefono, e i dati del destinatario, ma anche la data e il luogo, fondamentali per fare capire che non si tratta di una lettera standard, magari scritta chissà quanto tempo prima e buona per ogni occasione. Bisogna ricordarsi, inoltre, di specificare il proprio consenso al trattamento dei dati personali, facendo riferimento al d. lgs. 196/2003.

Dopodiché, ci si può concentrare sul contenuto vero e proprio della lettera: quello che, insomma, dovrebbe convincere chi la legge a dare un’opportunità a chi l’ha scritta (il che non significa, ovviamente, assumerlo subito, ma semplicemente convocarlo o contattarlo per un colloquio). L’obiettivo della lettera – è chiaro – è quello di persuadere: per questo è opportuno precisare sia gli obiettivi personali e professionali che si è intenzionati a perseguire e a raggiungere, sia sul breve periodo che sul medio e lungo termine, sia le motivazioni da cui si è stati stimolati per proporsi per la posizione di lavoro in questione.

A questo punto, è opportuno illustrare i propri punti di forza: quali esperienze sono state acquisite nel proprio percorso professionale, di quali competenze si dispone, quali capacità si hanno, e così via. Non bisogna apparire presuntuosi ma, al tempo stesso, nemmeno troppo umili; più che altro, è bene essere in grado di capire cosa può servire all’azienda a cui ci si rivolge. Per esempio, un’esperienza di lavoro come contadino in Australia potrebbe essere inutile se ci si propone come segretari in un reparto contabile di un’azienda che ha unicamente clienti italiani, ma potrebbe rivelarsi di eccezionale valore se si fa riferimento a un’azienda che lavora anche con l’estero.

Una lettera di presentazione può essere scritta sia da chi non ha un lavoro ed è in cerca di occupazione, sia da chi ha già un impiego ma sarebbe intenzionato a cambiarlo. In questo secondo caso, sarebbe preferibile non insistere troppo su questo concetto, per non dare l’impressione di essere una persona che difficilmente trova soddisfazione in quel che fa. Le eventuali spiegazioni potranno essere fornite, se richieste, al momento di un eventuale colloquio: nella lettera di presentazione, invece, è meglio concentrarsi su altro, provando a far emergere la propria professionalità, ma anche la propria completa disponibilità in vista di un impiego nuovo e gratificante per entrambe le parti in causa.